L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme su quanto la resistenza ai farmaci antimicrobici sia una minaccia per la salute pubblica a livello mondiale. Anche se molti governi hanno messo in pratica piani nazionali per preservare i farmaci antimicrobici, molti altri paesi devono fare ancora passi avanti, in particolare gli stati della Regione Africana e del Sud-Est Asiatico.
Anche l’Unione Europea è impegnata da molti anni a combattere questo fenomeno. Nel 2017 ha messo a punto il nuovo Piano d’azione per contrastare l’antibiotico-resistenza basato su un approccio “One Health”, che considera in modo integrato la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente.
“L'antibiotico-resistenza è un fenomeno che necessita oramai di un cambiamento culturale a cui tutti sono chiamati, medici e pazienti, per riconoscere il valore fondamentale di questa potente difesa di cui disponiamo, gli antibiotici, ed evitare di renderli inefficaci''. Il fatto, sottolinea Pani, già Direttore Generale dell’AIFA, è che qui ''non parliamo più di minacce lontane e apocalittiche: l'antibiotico-resistenza è reale, in costante aumento e mette a repentaglio decenni di scoperte scientifiche e, cosa ancor più grave, la nostra salute''.
“L'AIFA - prosegue il Direttore - non abbassa la guardia e continuerà a sensibilizzare i cittadini a un uso consapevole del farmaco, a vantaggio della sostenibilità del sistema e, soprattutto, a tutela della salute”.
Se non agiamo subito, entro il 2050 la resistenza agli antibiotici potrebbe diventare più letale del cancro e prima causa di morte nel nostro Paese”.
L’Ordine dei Medici di Chieti, considerata l’attualità dell’argomento e la sua rilevanza, ha deciso di organizzare questa giornata di approfondimento e confronto su un tema già scottante prima del Covid, cioè prima di essere sommersi dall’emergenza pandemica.
Ma proprio l’esperienza vissuta con il Covid ci deve far riflettere e ragionare su quali siano i reali pericoli dell’antibiotico- resistenza, sempre meno futuri e sempre più presenti e attuali. Infatti l’uso sconsiderato e inappropriato di antibiotici durante la pandemia ha ulteriormente peggiorato la situazione.
E’ necessario uno sforzo congiunto di più discipline professionali (medicina umana e veterinaria, settore agroalimentare, ambiente, ricerca e comunicazione, economia e altre) che operano a livello locale, nazionale e globale per conseguire tre obiettivi prioritari:
- Prevenire e ridurre le infezioni, soprattutto quelle correlate all’assistenza
- Promuovere e garantire un uso prudente e appropriato degli antibimicrobici
- Ridurre al minimo l’incidenza e la diffusione dell’antibiotico-resistenza e i rischi per la salute umana e animale ad essa correlati.
E’, inoltre, necessaria un’intensa attività di sensibilizzazione rivolta alla popolazione e l’impegno degli operatori sanitari perché si diffonda e consolidi una gestione responsabile e appropriata delle prescrizioni antibiotiche.
In tal senso l’Ordine dei Medici si pone come cassa di risonanza e veicolo di un messaggio di educazione e condivisione di buone prassi alfine di contribuire, con gli approfondimenti ed i confronti della giornata odierna, a creare quel cambiamento culturale, come detto in precedenza, a cui tutti sono chiamati, medici e pazienti, per riconoscere il valore fondamentale di queste importanti risorse terapeutiche, che hanno determinato un impatto importante in termini di qualità e durata della vita media.
Per gentile concessione dell'OMCeO di Trento si rende disponibile il relativo Manifesto, risultato del Gruppo di lavoro dello stesso OMCeO che ha lavorato congiuntamente sul tema con gli Ordini territoriali dei Farmacisti, Veterinari e delle Professioni sanitarie.