La violenza contro le donne rappresenta un importante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani. E’ una realtà delicata e complessa che permea tutti i contesti e si attanaglia all’interno di qualunque classe sociale. Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3. In Italia i dati Istat riferiti al 2024 mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale.
Sono 98 le vittime di femminicidio nel 2024: tra queste, 51 femminicidi sono stati perpetrati da mariti, fidanzati o da eventuali ex partner. Quasi tremila le violenze sessuali nel corso del primo semestre dell'anno, 33.000 chiamate al numero anti violenza 1522 secondo il Ministero dell’Interno.
Oltre alla violenza fisica o sessuale, poi, le donne subiscono nel 26,4% dei casi anche violenza psicologica ed economica, cioè comportamenti tendenti alla umiliazione, svalorizzazione, controllo ed intimidazione, nonché di privazione o limitazione nell’accesso alle proprie disponibilità economiche o della famiglia.
Dati inaccettabili in una società “civile”.
In questo triste quadro sociale, il medico deve essere, ora più che mai, la prima sentinella delle sofferenze interiori e il migliore alleato delle vittime per riconoscere e denunciare la violenza subita.
Vi invito pertanto ad essere sempre più sensibili a questi temi e ad offrire alle pazienti un porto sicuro di approdo. Aiutate le donne a riappropriarsi della loro dignità e a reagire alla violenza.
Vi ricordo inoltre che se durante l’esercizio del vostro lavoro veniate a conoscenza di reati punibili d’ufficio vi è l’obbligo, sancito dall’art. 365 del codice penale, di comunicare all’Autorità Giudiziaria la notizia di reato.
È dunque sufficiente che il professionista riscontri la semplice “possibilità” dell’esistenza del delitto per procedere con la segnalazione all’autorità giudiziaria che, in alcun caso, comporterebbe la violazione del segreto professionale.
Non voltiamoci dall’altra parte, non chiudiamo più gli occhi. Apriamo piuttosto le braccia per accogliere queste realtà di sofferenza.
Non una di meno.
Nessuna donna deve più essere vittima di violenza.
Facciamo la nostra parte, uniti possiamo riuscirci!
La Presidente dell'Ordine
Dott.ssa Lucilla Gagliardi